Hai buttato via dei soldi con Google Ads?
Non sai da dove partire per impostare la tua campagna?
Le troppe metriche ti creano confusione?
Allora questo è l’articolo giusto per te.
Fermati, siediti e ….buona lettura
Partiamo.
Google Ads è la piattaforma per fare pubblicità nell’ecosistema di Google e serve ad aumentare la visibilità di un sito, portando traffico qualificato e intercettando la giusta audience in vari momenti di ricerca.
Google Ads fino a qualche mese fa era Google Adwords, perchè il sistema si fondava principalmente sulle parole chiave e sulla loro importanza. Non che ora non lo siano, ma tra la variazione dei tipi di corrispondenza e il sistema di automatizzazione legato alle campagne intelligenti (che sfruttano il machine learning) lo scenario è variato di molto, rispetto a qualche anno fa.
Ma rifocalizziamoci sullo strumento.
Tramite Google ADS un’inserzionista può selezionare le keyword importanti per la sua attività e offrire una determinata somma di denaro (costo per click massimo) per comparire tra le ricerche degli utenti (rete search), con dei banner o gif (rete display) , con annunci dedicati a specifici prodotti legati ad un e-commerce (Google Shopping) o con campagne mirate ai video (Campagne video- YouTube).
La piattaforma di Google Ads non è semplice e non è immediata, ma proviamo ad analizzare tutti gli elementi che la compongono, cercando di fare chiarezza e cercando di capire come sfruttare al meglio la potenzialità di questo strumento
Come funziona Google Ads? Da dove partireQuando si vuole partire per impostare la prima campagna, il passaggio da fare è registrarsi e creare il proprio account.
Link al supporto di Google per creare una campagna: https://support.google.com/google-ads/answer/6366720?hl=it
Una campagna è formata da una struttura che prevede la dicotomia tra questi 4 elementi
Account personale – Campagne – Gruppi di Annunci – Parole chiave
In campagne andremo a scegliere la tipologia di campagna che vogliamo usare e le impostazioni correlate, come il tipo di strategia di offerta o la pianificazione della durata della stessa.
Una campagna è costituita da dei gruppi di annunci che, a loro volta, sono costituiti da annunci.Un gruppo di annunci contiene uno o più annunci che condividono obiettivi simili. Puoi impostare un’offerta o un prezzo da utilizzare quando le parole chiave di un gruppo di annunci attivano la pubblicazione di un annuncio.
Questo valore viene chiamato offerta costo per clic (CPC). Puoi anche impostare prezzi distinti per le singole parole chiave all’interno del gruppo di annunci. Utilizza i gruppi di annunci per organizzare i tuoi annunci in base a un tema comune, come ad esempio i tipi di prodotti o servizi da pubblicizzare. Ogni annuncio è personalizzabile con più varianti di impostazioni singole, come, ad esempio le parole chiave o la landing page su cui farlo atterrare.
Le tipologie di campagne attivabili sono varie, ma partiamo dal prendere in considerazione le 4 principali:
Campagne Rete di Ricerca
Le campagne Rete di Ricerca sono caratterizzate da degli annunci testuali (vedi esempio qui sotto), evidenziati dalla dicitura annuncio, che appaiono nella pagina dei risultati di ricerca di Google, la Serp, quando un utente fa una ricerca specifica. Tramite la piattaforma di Google ADS puoi attivare un annuncio della tua campagna quando un utente scrive una o più parole chiave nella barra di ricerca di Google.
Il meccanismo con cui Google decide il posizionamento è determinato da un sistema complesso di asta che tiene conto del costo per clic massimo che un’inserzionista è disposto a spendere, il ranking dell’annuncio che decide Google in base ad alcuni fattori, ma soprattutto il Quality Score di cui parlerò in un altro articolo dedicato.
La cosa bella di Google Ads è che non vince l’inserzionista che paga di più:”Il fattore più importante da ricordare è che, anche se la concorrenza fa offerte più elevate della tua, puoi comunque ottenere una posizione migliore a un prezzo inferiore utilizzando parole chiave e annunci particolarmente pertinenti.” Pertinenza nella struttura delle campagne e nella landing page è la chiave per avere successo con Google Ads
Link al sistema di aste di Google: https://support.google.com/google-ads/answer/142918?hl=it
Campagne Display
Le campagne Display sono caratterizzate da banner o da annunci testuali (ormai utilizzati pochissimo) che appaiono su siti che mettono a disposizione degli spazi dedicati alla pubblicità (circuito Adsense). Ad esempio, quando navighi su alcuni siti e vedi dei banner animati o che rivedi perchè hai visitato un sito specifico o hai visto un prodotto di un e-commerce.
Questi esempi sono delle campagne Google Display o nell’ultimo caso esempi di remarketing attivato grazie ad un cookie specifico presente su un sito. Questo tipo di campagna viene utilizzata nella parte alta del funnel e serve per promuovere il tuo brand, a far conoscere un servizio o prodotto o mostrando annunci a coloro che avevano dimostrato già un interesse,visitando il sito web, riportandoli sul nostro sito per cercare di arrivare ad una conversione
Campagne Google Shopping
Le campagne Google Shopping servono per spingere le vendite di un e-commerce. Gli annunci delle campagne Google Shopping hanno infatti una peculiarità: mostrano l’immagine del prodotto, il nome, il prezzo, le caratteristiche, la descrizione e le recensioni, ancora prima che l’utente ci clicchi sopra. Le campagne Shopping hanno Ctr mediamente più alti e costi per clic mediamente più bassi.
Questo perché chi clicca sul tuo annuncio, sa già quello che troverà, pertanto si presume che sia già interessato e propenso ad acquistare quel prodotti. Per attivarla va creato un feed nel Merchant Center di Google, testando che la sua creazione sia ok e non abbia problemi. Google ha appena annunciato che la tab Shopping ospiterà anche Merchant non a pagamento, di fatto tornando alle origini della piattaforma (in Italia avverrà verso fine anno).
Attenzione: le campagne Shopping non sono ricercabili per parole chiave, ma per attributi caricati su Merchant Center
Campagne YouTube
Nel caso tu abbia dei video che promuovono la tua azienda e i tuoi prodotti, pubblicizzarli su YouTube potrebbe essere una buona strategia. Puoi scegliere tra 6 tipi di annunci: In stream ignorabili, In stream non ignorabili, Bumper, Video Discovery, Out Stream e Masthead. YouTube ha la sua forza nel numero di utenti (secondo sito al mondo per traffico) e nella possibilità di targetizzarli al meglio durante la visione di altri video, considerando che i fruitori della piattaforma passano moltissimo tempo su di essa.
Per dovere di cronaca esistono anche campagne Gmail, Gmail Sponsored Promotion, Discovery e per scaricare le app.
Google Ads: alcune delle metriche da tenere a mente per capire la piattaforma
Google Ads ha varie metriche che devono essere tenute a mente, quando ci si approccia alla piattaforma. Proviamo ad elencare le principali:
Quality score o Punteggio di qualità: questa metrica misura la pertinenza del tuo annuncio, delle parole chiave da te selezionate e della pagina di atterraggio. E’ una metrica fondamentale perchè concorre al posizionamento dell’annuncio (Ad Rank) e alla spesa effettiva Cpc. Va da una scala da 1 a 10 e ci indica il valore della campagna. Valori bassi obbligano ad intervenire per ottimizzarla.
Ricordiamoci la regola aurea di Google Ads: pertinenza tra keyword, annuncio e landing page
AD Rank: Un valore utilizzato per determinare la posizione dell’annuncio (ovvero dove viene visualizzato in una pagina rispetto agli altri annunci) e se viene pubblicato.
Il ranking dell’annuncio viene calcolato utilizzando l’importo dell’offerta, la qualità dell’annuncio al momento dell’asta (percentuale di clic prevista, pertinenza annuncio ed esperienza sulla pagina di destinazione comprese), le soglie di ranking dell’annuncio, la competitività di un’asta, il contesto di ricerca dell’utente (posizione, dispositivo, orario, natura dei termini di ricerca, altri annunci e risultati di ricerca visualizzati sulla pagina e ulteriori attributi e indicatori dell’utente) e l’impatto previsto delle estensioni e di altri formati degli annunci.
CPC: acronimo di costo per click, indica il tipo di offerta del tuo annuncio e determina quanto pagherai per ogni clic ricevuto sul tuo annuncio. Il CPC lo scegli tu o può essere automatizzato, lasciando a Google la l’ottimizzazione. Con l’offerta basata sul costo per clic (CPC) paghi solo per i clic sui tuoi annunci.
Per le campagne che utilizzano l’offerta basata su CPC, imposti un’offerta costo per clic massimo (o semplicemente “CPC max”), che equivale all’importo massimo che sei disposto a pagare per un clic sul tuo annuncio (a meno che non imposti gli aggiustamenti delle offerte o utilizzi il CPC ottimizzato)
CPM: Una modalità di offerta in cui paghi ogni mille visualizzazioni sulla Rete Display di Google. Ora sono tutte convertite in VCpm, cioè paghi solo quando gli annunci possono essere visualizzati
CPV: L’offerta basata sul costo per visualizzazione (CPV) è il sistema di determinazione dell’importo predefinito degli annunci video TrueView (creati con Google Ads). Con l’offerta basata sul CPV, ti verranno addebitate le visualizzazioni di video e altre interazioni video (come clic sugli overlay di invito all’azione, schede e banner companion), a seconda di quelle che si verificano prima.
Valore costo – conversione: questa metrica calcola il Roi, ritorno sull’investimento ed è molto utile quando si ottimizzano le campagne Google e per capire quanto stiamo guadagnando da una campagna.
Top e Absolute Top: tradotto in italiano parte superiore assoluta e parte superiore, indicano la percentuale di quando il tuo annuncio esce in prima posizione o nelle prime 4 posizioni. Utile per capire la posizione di uscita. Ha sostituito la metrica posizione media annuncio.
CTR: è l’acronimo di Click through Rate ed è calcolato dividendo il numero di impressioni dell’annuncio per il numero di click ricevuti. Indica se la campagna è “interessante” per gli utenti e incide fortemente sul quality score.
Pagina di destinazione: La pagina web alla quale accedono i visitatori dopo avere fatto clic sul tuo annuncio. L’URL di questa pagina è di solito uguale all’URL finale dell’annuncio. Anche la landing page concorre al Q.S.: l’esperienza sulla pagina di destinazione è uno dei numerosi fattori che contribuiscono a determinare il punteggio di qualità di una parola chiave. L’esperienza di una pagina di destinazione è rappresentata da fattori quali l’utilità e la pertinenza delle informazioni in essa contenute, la facilità di navigazione da parte dei visitatori e il numero di link presenti nella pagina.
Tasso di conversione: la percentuale di visitatori che ha fatto una conversione sul sito dopo aver cliccato sull’annuncio.
Budget giornaliero: il budget massimo giornaliero di una campagna; praticamente indica a Google quanto si vuole spendere in un giorno. Non è detto che questo budget si esaurisca durante il giorno, infatti ciò dipende da quanti clic ricevono gli annunci.
Impressioni: La frequenza di pubblicazione dell’annuncio. Viene conteggiata un’impressione ogni volta che l’annuncio viene pubblicato su una pagina dei risultati di ricerca o un sito della Rete Google.
Percentuale di impressioni: indica il numero di impressioni che il tuo annuncio ha ricevuto diviso per la stima delle impressioni previste.
Quota impression: La quota impressioni (QI) è la percentuale di impressioni che gli annunci ricevono rispetto al numero totale di impressioni che potrebbero ottenere.
Quota impressioni = impressioni/impressioni idonee totali
Le impressioni idonee vengono stimate in base a diversi fattori, tra cui le impostazioni di targeting, gli stati di approvazione e la qualità. I dati sulla quota impressioni sono disponibili per le campagne, i gruppi di annunci, i gruppi di prodotti (nelle campagne Shopping) e le parole chiave.La quota impressioni è utile per capire se, aumentando offerta e budget, i tuoi annunci possono raggiungere più utenti.
Di metriche ce ne sono davvero tante, ma queste mi sembrano quelle più utili per iniziare a capire il meccanismo.
Costi di gestione di Google Ads
Aprire un account Google Ads è gratuito, come indicato all’inizio, puoi decidere quanto vuoi spendere ogni mese, gestendo il budget giornaliero delle tue campagne. Puoi richiedere assistenza a Google o visionare la tab consigli per ottimizzare la campagna (fate sempre attenzione ai “consigli”: testateli e non prendeteli sempre come oro colato).
La gestione del budget mensile e giornaliero
Google Ads consente di impostare un budget giornaliero medio per le tue campagne con la possibilità di poterlo modificare in qualsiasi momento. Il budget giornaliero è l’importo medio che sei disposto a spendere ogni giorno nel corso del mese. per calcolare il budget mensile bisogna prendere il budget giornaliero e moltiplicarlo x 30,5.
Il budget da investire nella campagna va verificato a seconda degli obiettivi e del target da raggiungere. Google può indicare se il budget è troppo basso o se non si raggiunge la prima pagina di pubblicazione, come alert, ma può indicare anche che il quality score è troppo basso per poter essere pubblicato
Il mio consiglio per partire è capire quanta potenzialità di ricerca esiste per il tuo settore e per le parole chiavi che vorresti pubblicizzare, quanti sono i tuoi competitor e quanto può valere una conversione e quale deve essere il tuo goal collegato. Su quest’ultimo punto ponete sempre grande attenzione perchè il rischio è di far partire una campagna e di non sapere se sta funzionando o se le performance sono in linea con le aspettative.
Cosa paghi su Google Ads?
Su Google Ads paghi quando un utente clicca un tuo annuncio o se hai deciso di usare una strategia di offerta cpm per la Display o offerta Cpv per campagna video su YouTube.
Per fare un esempio, preso dal corso di Giampaolo Lorusso, il cpc si calcola così:
Da questa tabella si deduce non è chi offre di più ad uscire più in alto, ma chi ha il maggior punteggio di qualità pagherà di meno e uscirà meglio, perchè Google mette al primo posto l’esperienza di uso del motore di ricerca da parte degli utenti
Come capire il livello di concorrenza e i costi stimati su Google Ads: il Keyword Planner
Riprendendo il claim dello strumento:”Le parole chiave giuste possono mostrare il tuo annuncio ai clienti giusti e lo Strumento di pianificazione delle parole chiave di Google Ads è pronto ad aiutarti”
In effetti è uno strumento molto potente per capire quale parole chiave sono interessanti, il livello di concorrenza e il cpc medio stimato per ogni parola chiave
Entra nel tuo account, clicca su Strumenti ed impostazioni > Pianificazione > Strumento di Pianificazione delle Parole Chiave.
A questo punto possiamo scegliere 2 opzioni:
1) Individua nuove parole chiave: opzione Inizia con le parole chiave, inserisci una parola di tuo interesse e, partendo da quella, Google te ne consiglia altre collegate, ma non sempre pertinenti. Da qualche mese è stata introdotta una novità: inizia con un sito web, con cui lo strumento estrapola le parole chiave più interessanti, collegate ad un sito web. Molto interessante per capire come si muove un concorrente, ad esempio
2) Ottieni volume di ricerca e previsioni: ti dà una panoramica sull’andamento delle ricerche passato e una stima futura di una data parola chiave, molto interessante per capire se c’è mercato rispetto ad una nuova parola chiave.
Con questa opzione possiamo avere uno schema tipo questo:
In cui inserirendo parole, frasi o domini possiamo ottenere una lunga lista di parole chiave che Google estrapola e considera interessanti
Per ognuna Google indica:
· Media di ricerche mensili
· Livello di concorrenza
· Quota impression
· Offerta per la parte inferiore della pagina (gamma bassa)
· Offerta per la parte superiore della pagina (gamma alta)
il consiglio è di scaricarle tutte e di esportarle con la finalità di andarle a pulire e poi di andare a creare la lista di keyword per la nostra campagna Google
Ottieni volume di ricerca e previsioni
In questa sezione puoi visualizzare i click stimati, le impressione e altre metriche per le parole chiave selezionate, in una previsione sul loro possibile rendimento futuro, a seconda della temporalità selezionata:
Per dovere di cronaca esistono molti altri strumenti per selezionare le parole chiave.
Tra i più famosi tool abbiamo Ubersuggest di Neil Patel, Seo Zoom (tool italianissimo), SemRush e Answer the Public (purtroppo limitato nella versione free).
Differenza tra parole chiave e termini di ricerca
A questo punto è d’obbligo fare una considerazione e andare a specificare che le parole chiave inserite in una campagna, quasi sempre, non corrispondono alle reali ricerche degli utenti:
Parole chiave: sono le parole chiave che inseriamo nelle nostre campagne
Termini di ricerca: sono le effettive ricerche fatte dagli utenti, con le quali i nostri annunci escono effettivamente
Attenzione: sono 2 parametri completamente diversi
Corrispondenza delle parole chiave
Come dicevamo all’inizio, durante gli anni la piattaforma è variata moltissimo, così come il ruolo delle parole chiave. Oggi il focus è molto più centrato sulle intenzioni delle ricerche che sul vero valore della tipologia di keyword inserita a sistema.
Ogni parola chiave che aggiungi ai gruppi di annunci può avere 5 tipi di corrispondenza:
· Corrispondenza generica
· Corrispondenza generica modificata
· Corrispondenza a frase
· Corrispondenza esatta
· Corrispondenza negativa o parole chiave escluse
Prendendo spunto dal supporto di Google, questa è la tabella riassuntiva delle corrispondenze:
Ponete sempre attenzione ad utilizzare la corrispondenza generica perchè potrebbe portare traffico davvero sporco e con ricerche non in linea.
Usate il Keyword planner per capire da quali parole chiave partire e man mano che generate traffico analizzate il rapporto sui termini di ricerca per capire quali sono le parole chiave che non stanno generando il giusto traffico e andate a verificare quelle che non sono in linea con i vostri obiettivi.Inseritele come parole chiave escluse, con la corretta corrispondenza.
Dalla guida di Google:”Le parole chiave escluse non corrispondono alle varianti simili o ad altre espansioni. Ad esempio, se escludi la parola chiave a corrispondenza generica esclusa fiori, gli annunci non saranno idonei a essere pubblicati quando un utente cerca fiori rossi, ma lo saranno se un utente cerca fiore rosso”. Fate attenzione, una corretta selezione vi permette di aumentare i risultati, pagare il corretto prezzo nelle aste e, soprattutto, a non sperperare budget
Come impostiamo una campagna su Google Ads?
Creare una nuova campagna è un’operazione relativamente facile, ma la difficoltà sta tutta nell’analisi di ciò che sta succedendo quando la campagna parte per poterla ottimizzare al meglio.
1)Creare una nuova campagna e scegliere un obiettivo
Per creare una nuova campagna, basta cliccare su “Nuova campagna”, in questo caso parto da dentro un account con una campagna già attiva.
Una volta cliccato, si aprirà una schermata in cui bisogna selezionare il tipo di obiettivo della nostra campagna. Google ci dice che:”Quando selezioni un obiettivo, nei passaggi successivi vengono visualizzate le impostazioni della campagna suggerite per raggiungerlo. Ogni campagna può utilizzare solo un obiettivo. Tieni presente che l’obiettivo da te scelto dovrebbe essere il principale traguardo che vuoi raggiungere per la tua attività.”. Quindi sceglietelo con cura in modo da partire subito con una strategia ben definita.
Scegliendo l’obiettivo, Google ti dice quale tipo di campagna è idoneo per raggiungerlo.
Selezionando, ad esempio, “traffico al sito web”, si aprirà un’ulteriore selezione sul tipo di campagna selezionabile:
Una volta selezionato, bisogna cliccare su continua e si va nelle sezione dedicata alle impostazioni della nostra campagna.
2) Settare le impostazioni della campagna
Prima di tutto devi scegliere il nome della tua campagna. Ti consiglio di sceglierne uno facilmente riconoscibile in modo da identificarlo facilmente, aggiungendo anche alcune parole chiave specifiche.
A questo punto, il consiglio, avendo scelto la rete di ricerca è di NON selezionare la rete display, specie all’inizio e specie se il budget è limitato.
In questa schermata va selezionato il target geografico e la lingua. Il consiglio è di selezionare le province o le regioni, piuttosto che inserire solo Italia come target, in modo da verificare in seguito l’andamento delle singole zone e andare ad ottimizzarla, variando le strategie di offerta.
Sui segmenti di pubblico ho scritto un’articolo ad hoc (https://www.pensodigitale.it/2020/05/05/come-scovare-il-giusto-target-usando-i-segmenti-di-pubblico-di-google-ads/ ) ma qui partiamo dal prendere in esame le 2 impostazioni principali: Targetine ed Osservazione.
Utilizza l’impostazione “Targeting” nei tuoi gruppi di annunci o nelle campagne quando vuoi limitare il tuo gruppo di annunci in modo da mostrarlo solo a determinati segmenti di pubblico o sui contenuti specifici che hai selezionato. Questa impostazione è consigliata a tutti gli inserzionisti nelle campagne display.
Mentre l’impostazione “Osservazione” quando non vuoi limitare ulteriormente il targeting del gruppo di annunci o della campagna, ma vuoi monitorare il rendimento di determinati criteri per i tuoi annunci. “Osservazione” è consigliata per tutte le campagne sulla rete di ricerca e per le campagne display per gli inserzionisti più esperti.
L’ultimo passaggio per finire l’impostazione della tua prima campagna Google Ads riguarda l’impostazione di budget e offerta:
Il budget identifica il nostro budget di spesa giornaliero, mentre l’offerta è legata al tipo di offerta che vogliamo impostare in base ai nostri obiettivi. Come vedrete, Google già veicola la migliore offerta in base all’obiettivo, usando strategia automatizzata e sconsigliando le impostazioni manuali.
In questa fase puoi anche scegliere le estensioni, ma ti consiglio di farlo successivamente. Adesso puoi salvare e continuare per creare il tuo primo gruppo di annunci.
Ci sono anche altre impostazioni selezionabili, come la durata della campagna se non si vuole optare per una soluzione Always On, la pianificazione durante il giorno e altri dettagli sulla nostra campagna.
Partiamo: come si creano gli annunci
Il mio consiglio per chi parte, se non era già chiaro, è di partire sempre dall’impostare una campagna search.
1) Creare un gruppo di annunci
La prima cosa è creare il gruppo di annunci e così come per la campagna, il consiglio è di inserire un nome specifico per riconoscerlo.”Un gruppo di annunci contiene uno o più annunci che condividono obiettivi simili. Puoi impostare un’offerta o un prezzo da utilizzare quando le parole chiave di un gruppo di annunci attivano la pubblicazione di un annuncio. Questo valore viene chiamato offerta costo per clic (CPC). Puoi anche impostare prezzi distinti per le singole parole chiave all’interno del gruppo di annunci. Utilizza i gruppi di annunci per organizzare i tuoi annunci in base a un tema comune, come ad esempio i tipi di prodotti o servizi da pubblicizzare”
Altra cosa a tenere a mente è che molti inserzionisti trovano utile basare i propri gruppi di annunci sulle sezioni o sulle categorie che appaiono sul loro sito web. Ricordate: la pertinenza è la chiave di successo di una campagna Google Ads.
Ti introduco un tipo di campagna che ho testato spesso con ottimi risultati: la Skag, o Single Keyword Ad Group, ossia un sistema di creazione di annunci che identifica un gruppo di annunci che attiva unicamente tutte le variazioni di una singola keyword. Il vantaggio è avere una pertinenza al 100% tra la ricerca dell’utente, l’annuncio e la landing page di atterraggio, quindi vuol dire aumentare il quality score, aumentare il CTR e diminuire i cpc attesi. Testatela.
2) Creare un annuncio su Google Ads
Siamo arrivati alla parte finale e qui diventa fondamentale immedesimarsi nell’utente, andando a specificare i plus del nostro prodotto o del nostro servizio, indicare esattamente i vantaggi che andremo a fornire e quali problemi possiamo risolvere se un utente cliccherà sul nostro annuncio. Non è poco, ma usare un copy adeguato in poche righe non è facile e nemmeno scontato. Testate più annunci e usate almeno un annuncio adattabile, in modo da permettere a Google di “ruotare” quelli con le performance migliori in base alla ricerca eseguita dagli utenti.
La composizione della schermata per scrivere gli annunci è questa:
Questa modalità si chiama Annunci Espansi.
URL finale: è la URL del tuo sito dove gli utenti andranno una volta che hanno cliccato sul tuo annuncio; scegline una pertinente con le parole chiave scelte, ricorda sempre che inciderà molto sul quality score ed è fondamentale per permettere di avere un conversione post click.
Titolo 1: una buona prassi è quella di riproporre le parole chiave scelte per il nostro gruppo di annunci, in modo da creare ulteriore pertinenza e convincere l’utente che sta per cliccare su un annuncio che risolve esattamente il problema che sta cercando di risolvere online.
Titolo 2: usa questo testo per convincere gli utenti che quello che offri tu è meglio rispetto a quello che propone la concorrenza. Una buona prassi può essere quella di usare una call to action per “spingere” il navigatore a cliccare per visionare il tuo prodotto, servizio o offerta.
Titolo 3: il mio consiglio e quello che faccio di solito è di usare questa riga per il nome dell’attività o la ragione sociale.
URL di visualizzazione: è diversa dalla URL finale, perché mostra un link semplificato e sarà quello che l’utente leggerà nel nostro annuncio.
Descrizione 1: Sfrutta questa riga che ha 90 battute, per spiegare meglio il prodotto e i vantaggi che ne derivano o il problema che risolviamo.
Descrizione 2: funzionalità aggiunta con gli annunci espansi. Il consiglio è di usare una call to action chiara e di invitare l’utente a far qualcosa.
A questo punto, clicca su Salva e hai finito. Il primo annuncio è stato creato 🙂
Il difficile, però, inizia ora. Bisognerà verificare se le impostazioni sono ok e se le performance sono adeguate ai nostri obiettivi.
Come dicevo sopra, inserite almeno 3 annunci espansi e un annuncio adattabile per permettere a Google di ottimizzare la pubblicazione dei nostri annunci.
Andiamo all’ultimo step…
Le estensioni di Google Ads
Le estensioni aggiungono informazioni all’annuncio, fornendo agli utenti ulteriori motivi per scegliere la tua attività. In genere, aumentano di diversi punti la percentuale di clic degli annunci. Le estensioni possono avere vari formati, tra cui pulsanti di chiamata, informazioni sulla località, link a parti specifiche di un sito web, testo aggiuntivo e altri ancora.
Sono fondamentali per aumentare il CTR e quindi, inseritene più possibili perchè i vostri annunci ne beneficeranno totalmente.
L’aggiunta di estensioni alla campagna è gratuita. Come di consueto, riceverai un addebito quando un utente fa clic sull’annuncio contenente l’estensione.
Queste sono quelle selezionabili.
Estensioni di località
Incoraggia gli utenti a visitare la tua attività mostrando la tua sede, un pulsante di chiamata e un link alla pagina dei dettagli dell’attività, che può includere orari, foto e indicazioni stradali per raggiungerla. Se vuoi che i clienti visitino la tua sede, ma chiamino un centralino (anziché i numeri delle sedi specifiche), oltre alle estensioni di località puoi utilizzare quelle di chiamata.
Estensioni callout
Aggiungi altro testo all’annuncio, ad esempio “spedizione gratuita” o “assistenza clienti 24 ore su 24, 7 giorni su 7”. I callout possono essere utilizzati per incentivare le conversioni offline degli utenti.
Estensioni di chiamata
Per invitare gli utenti a chiamare la tua attività, aggiungi agli annunci un numero di telefono o un pulsante di chiamata.
Estensioni messaggio
Invita gli utenti a inviare SMS dall’annuncio. Disponibile globalmente a livello di campagna o di gruppo di annunci.
Estensioni sitelink
Collega gli utenti direttamente a pagine specifiche del tuo sito web (ad esempio “orari” e “ordina adesso”).
Estensioni snippet strutturati
Mostra le informazioni che saranno ritenute più importanti dai potenziali clienti, selezionando un’intestazione predefinita (ad esempio, categoria di prodotto o servizio) ed elencando gli articoli.
Estensioni di prezzo
Mostra le categorie dei tuoi servizi o prodotti con i rispettivi prezzi e consenti agli utenti di sfogliare i tuoi prodotti direttamente dall’annuncio.
Estensioni per app
Incentiva gli utenti a scaricare la tua app. Disponibili a livello globale per dispositivi mobili Android e iOS, inclusi i tablet. Informazioni sulle estensioni per app.
La mia guida finisce qui. Grazie mille a chi è arrivato fino a questo punto.
Visto che hai dimostrato vero interesse, ti invito ad una call totalmente gratuita per parlare di Google Ads e per ottimizzare il tuo account.
Prenotala qui: https://calendly.com/marcotiberi/call-di-consulenza
Buon Google Ads a tutti 🙂

Marco Tiberi, classe 81, millennial per un pelo.
Ho iniziato a lavorare nel 2003 nel campo delle vendite ma la mia propensione era sempre verso il mondo tech e quello digitale.
Nel 2011 mi capita tra le mani un libro, che è stato il mio game changer: ”Seo Power” di Giorgio Taverniti.
Non un libro agevole per chi è alle primissime armi, ma che mi ha fatto scoprire la parte immersa di quello che sarebbe diventata la mia passione: gli strumenti e le strategie per essere visibili online. Da quel momento ho voluto esplorare ed imparare più cose possibili su queste tematiche e le ho messe al centro della mia attività quotidiana.
Cosa faccio?
Difficile dare una definizione, ma quella che si avvicina di più è digital strategist. Mi occupo di studiare le soluzioni migliori per far crescere un cliente nel mondo online, sfruttando tattiche e strategie pensate per ogni singolo caso.
La mia passione più grande nel panorama dell’advertising è Google Ads.
Ma quella che mi diverte di più è fare analisi dei dati: un po’ Sherlock Holmes e un po’ John Nash.